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Olfatto interattivo 

ERBA CIPOLLINA

L’Erba cipollina è una pianta perenne, appartenente alla famiglia delle Amarillidacee; si tratta di un arbusto avente uno sviluppo decisamente tappezzante.

Ha un portamento cespuglioso e in genere non supera i 25 cm di altezza; mostra inoltre un bulbo ovale che, una volta giunto a completa maturazione, genera a sua volta un gran numero di bulbilli. Possiede foglie dalla forma cilindrica molto aromatiche: nel caso in cui vengano recise, emanano un odore simile a quello della cipolla o anche del porro.

La pianta produce infiorescenze ad ombrella, composte da fiori ermafroditi di notevoli dimensioni, di colore principalmente rosa che può avere però diverse tonalità: dalle più chiare alle più scure. Alla fioritura segue la nascita dei frutti, ovvero delle capsule al cui interno si trovano non più di due semi di colore nero.

La moltiplicazione dell’Erba cipollina può avvenire mediante la semina, ma il metodo di riproduzione più utilizzato resta quella della divisione della pianta da effettuare in autunno. Sarà necessario dividere la pianta in 4 o 5 porzioni, ognuna delle quali dovrà avere pari bulbi; successivamente le si porrà nel terreno o in piccoli vasi, distanziandole di almeno 30 cm, attendendo quindi la germinazione.

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Nome:  Erba cipollina ( Allium schoenoprasum )

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Ambiente: 

L’Erba cipollina è originaria delle zone temperate del continente europeo, asiatico e nell’America del Nord; nasce spontanea in tutta l’Italia settentrionale, in Toscana, Lazio e Abruzzo. Il terreno ideale è fresco, leggero, sciolto, di impasto medio e soprattutto con un ottimo livello di drenaggio, in modo tale da evitare l’insorgenza di ristagni idrici, per nulla tollerati dalla pianta.

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Temperatura:

Generalmente, la pianta ben si adatta sia ai luoghi soleggiati sia a quelli in ombra, pur prediligendo in particolare tutte quelle zone caratterizzate da un’ombra parziale. Essendo una pianta che non gradisce molto i climi eccessivamente rigidi ed essendo necessario proteggerne i bulbi dalle gelate, si raccomanda di proteggerla dal freddo con un po’ di paglia o con del tessuto non tessuto.

 

Mantenimento:

L’Erba cipollina ha bisogno di annaffiature piuttosto abbondanti, in particolar modo nel corso della stagione estiva.

Tuttavia, si raccomanda di prestare sempre la massima attenzione ad evitare la formazione di pericolosi ristagni idrici all’interno del terreno. Durante i mesi freddi si consiglia di annaffiare saltuariamente, inumidendo il terreno ogni 25 o 30 giorni, evitando però di inzuppare il substrato.

La concimazione dell’Erba cipollina dovrà essere fatta con cadenza annuale, preferibilmente verso la fine della stagione invernale. Sarà necessario aggiungere del fertilizzante organico al terriccio, che basterà ad assicurarne un ottimo sviluppo,senza servirsi di particolari concimi o sostanze.

Per quanto riguarda l’operazione di potatura, questa viene spesso effettuata al fine di per eliminare le foglie dall’odore eccessivamente pungente e permettere alla pianta di avere uno sviluppo basso e compatto, alla stregua di un vero e proprio cespuglio.

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Avversità: 

In genere, l’Erba cipollina non è minacciata dalla presenza di parassiti o di particolari malattie. Il maggiore pericolo per la pianta sembra essere solamente quello dato dalle gelate tardive e dall’eccessivo freddo. Di conseguenza per la cura dell’arbusto, basterà proteggerlo con della paglia.

 

Categoria: piante da orto

Erba cipollina
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MENTA  

Fanno parte del genere Mentha numerose piante originarie soprattutto dell’Europa. La coltivazione di queste piante ebbe inizio nel 1750 in Inghilterra nella contea di Mitcham (Surrey) per poi diffondersi da lì in tutto il mondo, soprattutto nei paesi caratterizzati da un clima temperato.

La Mentha appartiene alla famiglia delle Lamiaceae ed è una pianta oltre che molto diffusa anche molto conosciuta soprattutto per la produzione di olio essenziale da parte di ghiandole situate sotto l’epidermide delle foglie.

La Mentha è una pianta erbacea sempreverde caratterizzata dall’avere radici rizomatose che si sviluppano profondamente nel terreno.

Il fusto può essere alto dai 30 ai 100 cm e può essere verde o perfino violetto. Solitamente è inoltre a seziona quadrangolare ed è molto ramificato. Le foglie sono spesso lanceolate, ricoperte da una lieve peluria e presentato delle speciali ghiandole ricche di oli essenziali: sono questi a conferire alla piante il loro particolare aroma. I fiori sono invece costituiti da infiorescenze che sbocciano nell’ascella delle foglie e che somigliano molto ad una spiga.

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Nome: di questa pianta, a quanto pare, avrebbe un’origine mitologica molto suggestiva. Menta o Myntha, secondo la mitologia greca, era infatti una ninfa dalla straordinaria bellezza. Era nata nel fiume Cocito, il fiume infernale affluente dell’Acheronte. Questa ninfa stupenda abitava nel regno dei morti ed era concubina di Ade. Persefone, però, moglie del re degli inferi, era non poco gelosa di Myntha e quando la ninfa arrivò perfino a minacciarla, la sposa di Ade la fece a pezzi. Il re dell’oltretomba decise allora di trasformarla in un’erba profumata: la menta. Secondo un’altra versione del mito, presente nelle Metamorfosi di Ovidio, fu invece Persefone stessa a trasformarla Menta in pianta e scelse una pianta così poco appariscente appositamente: voleva che questa ninfa bellissima diventasse una pianta insignificante. Stando invece ad una versione ancora diversa la metamorfosi di Myntha da ninfa a pianta sarebbe avvenuta ad opera di Ade stesso: sarebbe stata una reazione ad un rifiuto di Menta, di cui Ade si era innamorato.

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Ambiente: La Mentha non è una pianta che ha esigente particolari per quanto riguarda il terreno. Quali sono però le caratteristiche che è importante che il terreno su cui viene coltivata possieda? Il terreno deve essere preferibilmente molto fertile, ricco di humus, possedere un ph neutro o al massimo poco acido e, soprattutto, deve avere un buon drenaggio: la Menta non ama affatto i ristagni idrici. Proprio per evitare ristagni è bene dunque evitare terreni troppo argillosi e pesanti e dato che la pianta ha bisogno di sostanza organica è consigliabile rinnovare il terriccio ogni 2-3 anni.

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Temperatura: La Mentha ha una caratteristica particolare: è in grado di vivere bene nei climi più disparati. Non importa se le temperature siano algide o afose: la Menta è in grado di sopravvivere. Ciò non toglie, però, che questa pianta abbia il suo clima prediletto e difatti è più facile trovarla ove le primavere sono fresche e umide e l’estate è calda e asciutta. Il modo migliore per ottenere quanto più olio essenziale possibile dalla propria piantina di Menta? Tenere bene a mente che le temperature influiscono sulla produzione di oli essenziali: è quindi preferibile esporre la Menta a temperature piuttosto alte facendola crescere in luoghi molto luminosi.

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Mantenimento: vi siete lasciati conquistare dal fascino della Menta ma non sapete come occuparvi del suo mantenimento? Una regola importante da tenere a mente riguarda le annaffiature: devono essere regolari e abbondanti, in particolar modo nel periodo estivo, quando le temperature elevate fanno aumentare il bisogno di acqua della pianta. Quando si annaffia, però, c’è un’altra importante avvertenza da non dimenticare: le foglie non devono essere bagnate in quanto l’evaporazione farebbe perdere oli essenziali.

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Avversità: La pianta della Mentha è molto soggetta agli attacchi dei funghi parassiti, i cosiddetti Puccinia Menthae a causa dei quali le foglie si riempiono di rigonfiamenti e puntini rossastri che diventano poi macchie nere. Come comportarsi in presenza di questi attacchi parassitari? Bisogna eliminare al più presto le parti infette bruciandole. Tra gli altri attacchi a cui la Mentha è soggetta ci sono anche quelli delle lumache che di Menta sono particolarmente ghiotte.

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Categoria: piante erbacee

Menta
00:00 / 05:43
SALVIA

La Salvia è un arbusto sempreverde, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae; si tratta di una pianta utilizzata sia per scopi alimentari che terapeutici, oltre a quelli ornamentali.

Possiede un portamento cespuglioso ed è in grado di raggiungere un’altezza di circa 70 cm. I fusti inizialmente sono di colore verde, ma si scuriscono e divengono legnosi una volta che l’esemplare è giunto a maturazione; le foglie hanno una forma ovale e sono di colore verde tendente al grigio: nella parte superiore si presentano vellutate, ruvide in quella inferiore dove si trovano nervature visibili, da cui viene estratto un olio essenziale. La Salvia produce fiori ermafroditi, di tonalità violacee.

La moltiplicazione della Salvia può essere effettuata mediante la semina, che però richiede tempi abbastanza lunghi, per talea oppure per divisione dei cespi. Le talee dovranno essere prelevate da germogli giovani e collocate in un vaso mediamente grande fino al radicamento. La riproduzione attraverso la divisione dei cespi, consiste nel dividere una pianta che ha raggiunto una certa grandezza, accertandosi che la porzione sia dotata di radici e germogli.

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Nome: Salvia ( Salvia Officinalis )

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Ambiente: La Salvia è originaria dell’Europa e delle zone a clima mite; il terriccio ideale dovrà essere neutro o lievemente calcareo e sabbioso: sono assolutamente sconsigliati substrati acidi o eccessivamente compatti e pesanti. E’ importante che il terreno sia permeabile, così da favorire un buon drenaggio dell’acqua che eviterà la formazione di pericolosi ristagni idrici.

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Temperatura: Trattandosi di una pianta eliofila, ama particolarmente le esposizioni a zone luminose e soleggiate, anche direttamente irradiate dai raggi solari; ben gradisce una buona circolazione di aria. Al contrario, non tollera temperature eccessivamente basse: raramente sopravvive in ambienti in cui gli inverni sono freddi e lunghi. Si consiglia di allevarla all’aperto, ma nel caso in cui si scelga di tenerla in appartamento sarà bene rispettare tutte le sue esigenza colturali.

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Mantenimento: La pianta dovrà essere annaffiata con moderazione, circa una volta ogni tre settimane, facendo molta attenzione a  lasciare che il terreno si asciughi tra un’irrigazione e l’altra: la Salvia non tollera minimamente i ristagni idrici, che rappresentano la principale causa del suo deterioramento. E’ in grado di tollerare periodi di siccità e non gradisce particolarmente gli ambienti troppo umidi.

Per la concimazione della Salvia, sarà opportuno servirsi di un fertilizzante liquido mescolato all’acqua dell’innaffiatura e somministrato ogni 15 giorni sia in primavera che in estate. E’ importante che il concime sia ricco di azoto ma anche di altri elementi come fosforo, potassio, ferro, rame, molibdeno, manganese, zinco, boro.

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Avversità: La Salvia è vulnerabile a diverse malattie; una di queste è il Mal Bianco che colpisce l’apparato fogliare, ricoprendolo di muffa bianca: per provi rimedio basterà eliminare le parti infestate della pianta. Un altro nemico di questo arbusto è il Peronospora, un fungo che causa macchie scure sulle foglie e la loro conseguente caduta: si consiglia l’uso di anticrittogamici a base di rame.

Anche il ragnetto rosso e gli afidi colpiscono la Salvia: in caso di infestazione, si raccomanda la somministrazione di antiparassitari.

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Categoria: piante aromatiche

Salvia
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LAVANDA

La Lavanda è una pianta di piccole dimensioni, appartenente alla famiglia delle Lamiacea.

Cresce nel bacino del Mediterraneo e può raggiungere un’altezza di poco inferiore al metro.  Pianta sempreverde, erbacea, ed è presente in circa 25 varietà, tra cui le più comuni sono la Lavanda Angustifolia e la Lavanda Dentata.

La Lavanda è composta da fusti eretti ramificati, legnosi alla base; ha foglie lanceolate di colore grigio-verdastro, produce frutti definiti achenio, che contengono al loro interno un solo seme. Le infiorescenze si presentano come spighe poste all’apice degli steli, i fiori sono di colore violaceo e molto profumati, quindi sono adatti alla conservazioni in sacchetti per diffondere il loro aroma dentro armadi e cassetti.

La Lavanda è anche molto utilizzata per scopi erboristici. Il nome deriva dal latino e indica “che deve essere lavato”; infatti, soprattutto nel Medioevo, questa pianta veniva utilizzata per curare l’igiene personale.

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Ambiente: è una pianta rustica che cresce bene in qualsiasi tipo di terreno, ma preferisce ampiamente i suoli calcarei e argillosi. Non tollera i ristagni idrici, per cui il terreno deve risultare molto ben drenato. La pianta è adatta ai terreni scoscesi, in cui è favorito il deflusso delle acque e le radici stesse della Lavanda permettono di mantenere stabile il terreno.

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Temperatura: è una pianta che predilige l’esposizione a luoghi particolarmente luminosi, anche colpiti  dalla luce diretta del sole: non ha particolari esigenze, ma si consiglia di collocarla in posizioni ben ventilate. Essa è in grado di resistere agli sbalzi di temperatura, ma sarebbe opportuno proteggerla con un telo durante le gelate invernali.

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Mantenimento: La pianta predilige annaffiature né troppo abbondanti, né troppo frequenti: si consiglia di aspettare che il terreno si asciughi un po’

prima di fornire altra acqua; generalmente è preferibile lasciare la Lavanda qualche giorno all’asciutto piuttosto che avere un substrato inzuppato d’acqua. Non ha bisogno di essere fertilizzata, ma volendo si può fornire un po’ di concime all’inizio della stagione vegetativa, ovvero intorno al mese di aprile.

La lavanda necessita di un terreno asciutto e senza ristagni di acqua. La potatura va eseguita ogni anno dopo la fioritura oppure alla fine dell’inverno per eliminare i rametti seccati dalle temperature rigide.

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Moltiplicazione: Al termine della fioritura, quando si conclude la stagione estiva, si possono prelevare dei rametti di circa 10 o 15 centimetri per favorire la riproduzione per talea. I rametti vanno posti in un terreno di torba e sabbia, il vaso va ricoperto per mantenere una giusta umidità e temperatura. Quando spuntano i primi germogli, il vaso va cambiato. Le nuove piantine di lavanda si piantano la primavera successiva.

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Avversità: può essere attaccata da funghi e nel caso occorre eliminare le parti infette, aerare il luogo in cui è tenuta la pianta, e se in interni, ricorrere ad un fungicida se il problema non si risolve diversamente. Se invece si tratta di macchie giallognole, potrebbe essere un attacco virale contro il quale non vi sono rimedi efficaci. Molto spesso, la pianta viene anche attaccata da marciumi radicali: si consiglia di essere accorti nell’apporto di acqua, evitando così fastidiosi ristagni idrici che non sono per nulla tollerati.

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Categoria: piante aromatiche

Lavanda
00:00 / 04:22
ROSMARINO

Il Rosmarino è un arbusto sempreverde, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae; la pianta cresce sia in larghezza che in lunghezza, raggiungendo il metro e mezzo.

E’ un folto cespuglio dalla chioma arrotondata, con fusti legnosi, ramificati e di colore marrone; le foglie fitte e opposte somigliano a piccoli aghi, sono di colore verde scuro nella parte superiore e bianco e argento su quella inferiore, su cui vi sono anche peli e ghiandole. Il Rosmarino produce fiori ermafroditi di un tenue colore azzurrino e qualche volta lilla; i frutti sono degli acheni che diventano scuri una volta maturi.

La moltiplicazione del Rosmarino può avvenire mediante la semina, per talea o divisione della pianta. La prima si effettua in primavera: i semi saranno interrati in un vaso o in semenzaio ad un temperatura di circa 20°C, aggiungendo al terriccio fertile e umido della sabbia; il contenitore sarà collocato all’ombra, coperto da un telo di plastica che verrà tolto una volta comparsi i primi germogli. Quando le piantine saranno abbastanza cresciute, si potrà passare al rinvaso definitivo. Anche la propagazione tramite talea andrà fatta nella stagione primaverile: le talee prelevate dovranno avere una lunghezza di circa 15 o 20 centimetri e sistemate in un terriccio mescolato a torba e sabbia, in un luogo riparato e fresco con una temperatura di circa 10 °C.

Avvenuta la radicazione, potranno essere trapiantate definitivamente. Riguardo la riproduzione mediante divisione della pianta, bisognerà utilizzare piantine dell’età di circa due anni, farle attecchire ad una fresca temperatura e in seguito procedere con il trapianto.

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Nome: Rosmarino ( Rosmarinus officinalis )

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Ambiente: Il Rosmarino è originario delle regioni mediterranee, dove cresce spontaneo lungo la costa. L’arbusto gradisce terreni leggeri, permeabili, alcalini. E’ necessario che il substrato sia molto ben drenato, così che possa incoraggiare il veloce scolo delle acqua in eccesso dal momento che la pianta non tollera per nulla i ristagni idrici.

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Temperatura: Questo genere di pianta ama in modo particolare il sole e le alte temperature, per cui è importante coltivarla all’aperto; nel caso in cui la si voglia allevare in vaso, è necessario comunque collocarle su di un balcone o un davanzale. Crescendo lungo le coste mediterranee, ben sopportano l’aria salmastra; si consiglia di tenerle al riparo dal gelo e dai venti freddi: temperature al di sotto dei 10 o 15 °C non sono tollerate.

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Mantenimento: Il Rosmarino non necessita di grandi quantità di acqua, dal momento che predilige i terreni maggiormente asciutti rispetto a quelli zuppi. Si consiglia di annaffiare la pianta ogni tre settimane circa, ovvero quando il substrato si sarà completamente asciugato. E’ possibile aumentare l’apporto di acqua, anche se di poco, solamente durante il periodo della fioritura e se si tratta di esemplari molto giovani.

L’arbusto non ha particolari esigenze in fatto di concimazioni: nel momento dell’impianto è possibile aggiungere una certa quantità di letame e durante la ripresa vegetativa, si potrà procedere con la somministrazione di un concime ricco di azoto, potassio e fosforo.

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Avversità: Il Rosmarino è particolarmente soggetto all’attacco di alcune malattie come il mal bianco, il marciume radicale e alternariosi, quest’ultima causato da un fungo: l’Alternaria. Sarà necessario effettuare un trattamento preventivo nelle piantine giovani, non esagerare con la concimazione e non travasare la pianta quando le temperature sono troppo alte.

Un altro nemico del Rosmarino è l’afide: al fine di sbarazzarsene, si raccomanda l’uso di antiparassitari specifici.

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Categoria: piante aromatiche

Rosmarino
00:00 / 04:37
TIMO

Il Timo maggiore è una pianta erbacea aromatica appartenente alla famiglia delle Labiateae. Appartengono allo stesso genere, diverse specie molto note tra cui il T. Citriodorus. Esso è molto presente negli orti, nella aiole oppure in pieno campo.

Il Timo maggiore si presenta sottoforma di arbusto, dalle piccole dimensioni, particolarmente ramificato. In genere è alto circa 40 cm e largo 30 cm. La radice principale è di consistenza legnosa, per cui funge da sistema di ancoraggio; le radici secondarie, invece, sono maggiormente fibrose. Dagli steli legnosi, nascono foglioline color verde-grigio, dalla forma lanceolata e generalmente lineare. Sono queste ultime, utilizzate in cucina, che conferiscono alla pianta la caratteristica di natura aromatica.

Le infiorescenze del Timo maggiore, sono color rosa, bianco o anche lilla. In genere, sono raggruppati in porzioni all’estremità delle brattee.

La moltiplicazione del Timo maggiore avviene sia per seme che per talea. La semina del Timo maggiore è un’operazione che va compiuta in piena terra, con l’arrivo della stagione primaverile; in semenzaio, invece, nei mesi di luglio ed agosto. In quest”ultimo caso, i semi di timo necessitano di un terriccio fertile e ben umidificato, tenuto al buio per accelerare il processo di germinazione. Con la comparsa delle prime piantine, si pone il contenitore in un luogo maggiormente luminoso. La moltiplicazione per talea, invece, prevede di recidere porzioni lunghe circa 10 cm, in estate, da trapiantare in un substrato composto da torba e sabbia in eguali parti. Completato il processo di radicazione, le piantine possono essere poste a fissa dimora nella primavera immediatamente successiva.​

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Nome: Timo maggiore (Thymus Vulgaris)

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Ambiente: Il Timo maggiore trova le sue origini nelle zone del Mediterraneo. Nella nostra penisola è altamente diffuso, sia nella forma spontanea che in quella coltivata. Tale pianta è maggiormente presente nei luoghi particolarmente aridi, sia in pianura che ad un’altezza di 1000 metri. L'esposizione migliore, per tenere il Timo maggiore, è quella in un ambiente soleggiato ma riparato. Se non vi è tale possibilità, il Timo maggiore si sviluppa discretamente bene anche a mezz’ombra.

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Temperatura:

Il Timo maggiore, gradisce climi parzialmente temperati, anche se resiste molto bene anche a temperature di 13 ° C al di sotto dello zero, purchè durino per brevi periodi. Non risponde molto bene, invece, ad inverni troppo umidi e rigidi, oppure alle gelate improvvise primaverili.

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Mantenimento:

L’irrigazione del Timo maggiore si effettua nel momento immediatamente successivo la raccolta, così da velocizzare il processo vegetativo nuovo. E’ opportuno fornire un apporto idrico adeguato, anche nella stagione estiva, soprattutto se si presenta siccitosa e poco umida.

Il Timo maggiore non è molto esigente in termini di terreno.

Nel complesso, però, predilige terreni molto sciolti, poveri, di natura calcarea e ottimamente drenati. Non si sviluppa rigogliosamente in substrati eccessivamente argillosi, troppo compatti, che favorirebbero il presentarsi di dannosi ristagni idrici.

La concimazione va compiuta con del letame maturo all’atto della semina, oppure con del concime a lenta cessione di natura ternaria: azoto e potassio in quantità maggiori.

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Avversità: Il Timo maggiore è una pianta aromatica molto soggetta all’attacco da parte di parassiti, funghi e marciumi radicali. A tal proposito, è utili prevenire tali inconvenienti con una fornitura di acqua adeguata, mai eccessiva, nonchè con l’utilizzo di antiparassitari specifici per le piante aromatiche.

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Categoria: piante aromatiche

Timo
00:00 / 04:38
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